Passa ai contenuti principali

Post

Visualizzazione dei post da maggio, 2020
Chi sono? “ Chi sono Io?” è la domanda fondamentale che ogni persona si pone. Saṅkara, teologo e filosofo indiano nonché fondatore della scuola dell'advaitavedānta, risponde a questo interrogativo dicendo che l’essere umano è pura coscienza.  Normalmente crediamo di essere un corpo e una mente immutabili, fissi, monolitici, tuttavia ad una visione più approfondita possiamo notare l’intrinseca mutevolezza che contraddistingue ogni manifestazione fisica e mentale. Il corpo si trasforma continuamente come anche i nostri pensieri. Noi non siamo più le stesse persone che eravamo a tre anni come tra cinquant’anni non saremmo più gli stessi di ora. Eppure, nonostante il trascorrere del tempo, noi possiamo affermare di essere sempre le stesse persone di allora.   In altre parole abbiamo l'impressione che malgrado il nostro corpo cambi, che i nostri pensieri cambino, in qualche modo noi rimaniamo sempre gli stessi. Inoltre, per poter percepire il cambiamento ci vuole un qualcos
Patañjali e lo Yoga Patañjali è un filosofo indiano  e autore degli Yoga Sūtra, il testo fondamentale dello Yoga Darśana.  Oltre a ciò e a qualche leggenda di Patañjali si conosce molto poco. Il termine Yoga viene dalla radice “yuj” che significa "unire". Da questa stessa radice ad esempio viene “iugum” che in latino indica il “giogo”. Nel secondo Sūtra Patañjali definisce lo Yoga come “nirodhaḥ vṛtti citta” e cioè “inibizione dei processi mentali”. Il termine “citta” indica i processi mentali i quali, nel contesto dello Yoga, sono concepiti come differenti dalla coscienza che è il Puruṣa, l’osservatore. Perché Patañjali afferma che lo Yoga è inibizione dei processi mentali? A che scopo interrompere le attività mentali? Innanzitutto occorre effettuare una distinzione importante tra Citta e Puruṣa. Citta indica i processi mentali che sono composti dai nostri pensieri, dalle immagini mentali, dagli oggetti mentali, e così via. Puruṣa indica invece la nostr
Mistica La mistica per Jung non è una questione di fede, ma di esperienza. Egli scrive: "L'esperienza religiosa è assoluta. Non se ne può discutere. Si potrà solo dire di non aver mai fatto un'esperienza del genere e l'altro dirà: "Mi dispiace, ma io si". E la discussione finisce qui. Non ha alcuna importanza che cosa il mondo pensi dell'esperienza religiosa; chi ce l'ha, possiede il grande tesoro di qualche cosa che gli è diventato fonte di vita, senso e bellezza, conferendo al mondo e all'umanità uno splendore nuovo".
L'uomo della pioggia In un villaggio non pioveva da molto tempo. Tutte le preghiere e le processioni non eran servite a nulla: dal cielo non scendeva neanche una goccia. Presi dalla disperazione gli abitanti del villaggio si rivolsero al grande uomo della pioggia. Egli venne e chiese di potersi fermare per cinque giorni in una capanna ai margini del villaggio, con un po' di pane e di acqua. Quindi rimandò tutti alle loro occupazioni quotidiane. Al quarto giorno cominciò a piovere. Tutti si rallegrarono e corsero dai campi e da diversi posti di lavoro verso la capanna dell’uomo della pioggia per festeggiare con lui e chiedergli quale fosse il suo segreto. Egli rispose: “Non sono stato io a far piovere”. “Ma sta piovendo”, disse la gente. L’uomo della pioggia rispose loro: “Giungendo al vostro villaggio mi accorsi che regnava un grande disordine esteriore ed interiore. Così mi ritirai nella capanna e cominciai a fare ordine in me stesso. Una volta raggiunta tale armonia anch
La solitudine dell'uomo L'essere umano si è sviluppato passando da una pre-coscienza a una coscienza personale. Compiendo tale passo si è anche reso conto della propria limitatezza ed impotenza, del proprio isolamento e della solitudine di cui soffre.  Il senso di separazione è la vera fonte della paura presente nell'uomo, che si sente indifeso, isolato, incapace di interpretare e spiegare da solo la propria vita. Dopo aver assaggiato il frutto dell'"Albero della conoscenza" ed essersi sviluppato come vettore dello spirito, l'essere umano ha cominciato ad essere in grado di distinguere il bene e il male. E nello stesso momento si è accorto di essere nudo, cioè separato, solo, di essere un qualcuno che non ha ancora imparato a contare sulla propria forza, a cercare in se stesso il proprio fondamento. Ecco che da allora prova una profonda nostalgia e un anelito innato a superare la propria solitudine, a trasformare la propria separazione per
Centro . La psicologia si è interrogata molto su che cos’ è il Sé tanto che in ambito psicologico  questo termine acquista un significato differente a seconda dell’orientamento teorico che ne dispone l’impiego e ne decide l’uso. Ad esempio, la psicologia sociale sottolinea la sua natura interpersonale lasciando invece in ombra le sue qualità unificanti  che  sono invece  prese in considerazione  dalla psicoanalisi e dalla psicologia umanistica.  Per la psicologia umanistica il Sé non è una componente psichica  bensì  un processo di autorganizzazione  il  quale è considerat o   l’ unic a  e autentic a  motivazione del comportamento. Ogni spinta all'autorganizzazione emerge da l Sé da quel  centro che ogni essere umano cerca di affermare.  A differenza di altri esseri viventi, come nel caso di piante e animali, nell’uomo questo centro  non si mantiene automaticamente  saldo rimane  perché la partecipazione  alla relazione  con  gli  altri esseri se da un lato arricchisce  l
In dipendenza del corpo la mente cambia; in dipendenza della mente il corpo cambia. Nel pensiero buddhista ciò che viene chiamato “corpo” è uno dei cinque elementi   (Khandha o “mucchi”) che costituiscono l’essere umano insieme a sensazione, percezione, fattori mentali e coscienza. Sebbene ognuno di questi elementi rappresenta un “gruppo” o un “mucchio” a sé stante nell'individuo umano ciascuno è legato intimamente e organicamente a tutti gli altri. Si crede che essi costituiscano il “Sé” o “persona”. L’esperienza ordinaria di individualità li presume tutti come fattori costitutivi dell’esistenza umana.  Il Sé-corpo perciò, tanto come concetto che come esperienza, è l’incarnazione dell’illusione di un Io reale e stabile, di quell'illusione imprigionante da cui gli esseri umani devono affrancarsi. Il mondo dell’esperienza viene messo a fuoco ed esiste solo all'interno del   Sé-corpo. Ciascuno dei nostri problemi, e la relativa soluzione, si accentra nella