Patañjali e lo Yoga
Patañjali è un filosofo indiano e autore degli Yoga Sūtra, il testo fondamentale dello Yoga Darśana.
Oltre a ciò e a qualche leggenda di Patañjali si conosce molto poco.
Oltre a ciò e a qualche leggenda di Patañjali si conosce molto poco.
Il termine Yoga viene dalla
radice “yuj” che significa "unire". Da questa stessa radice ad esempio
viene “iugum” che in latino indica il “giogo”.
Nel secondo Sūtra Patañjali
definisce lo Yoga come “nirodhaḥ vṛtti citta” e cioè “inibizione dei processi mentali”.
Il termine “citta” indica i processi mentali i quali, nel contesto dello Yoga, sono
concepiti come differenti dalla coscienza che è il Puruṣa, l’osservatore.
Perché Patañjali afferma che lo
Yoga è inibizione dei processi mentali? A che scopo interrompere le attività
mentali?
Innanzitutto occorre effettuare
una distinzione importante tra Citta e Puruṣa. Citta indica i processi mentali
che sono composti dai nostri pensieri, dalle immagini mentali, dagli oggetti
mentali, e così via. Puruṣa indica invece la nostra coscienza la quale non ha
nulla a che fare con i processi mentali perché la coscienza è concepita come
una sorta di osservatore esterno. Citta è parte del domino della materia mentre
Puruṣa di quello dello spirito. La materia è dinamica e soggetta a continue
mutazioni mentre Puruṣa è sempre presente, è al di fuori del tempo.
Scopo dello Yoga di Patañjali è quello
di fermare i processi mentali così da poter cogliere ed osservare ciò che
realmente siamo, pura coscienza. Fino a quando non si è capaci di arrivare a
questa chiara visione si identificherà erroneamente la propria essenza con i
propri processi mentali. Noi non siamo semplicemente ciò che pensiamo.
Per cogliere più chiaramente
questo concetto possiamo utilizzare questa metafora: la coscienza è lo schermo di
un cinema mentre le attività mentali sono il film che viene proiettato su di
esso. Noi tutti normalmente possiamo essere immersi nei nostri pensieri e allo
stesso tempo osservarli, esserne coscienti.
Quando siamo coscienti dei nostri processi mentali inoltre noi non ci
sdoppiamo ma rimaniamo sempre integri ecco che i processi mentali e il nostro
esserne coscienti si mescolano tanto da non poterne cogliere le differenze se
non dopo un attenta analisi. Questo è ciò che accade nella vita quotidiana. Abitualmente
infatti non siamo capaci di scindere analiticamente ciò che è semplicemente
coscienza dai suoi contenuti. Coscienza e contenuti mentali si confondono tanto
da apparire come un'unica cosa ma non è così.
Analogamente quando il film viene
proiettato sullo schermo lo spettatore non vede più lo schermo, nel senso che
non fa più caso ad esso, ma viene rapito dal film tanto che lo schermo diviene
il film stesso. Il film è il contenuto mentale mentre lo schermo è la coscienza.
Lo Yoga può essere descritto come
il processo che porta a spegnere il proiettore. Se per un po' si interrompe il
film a quel punto la coscienza, e cioè lo schermo, appare nella sua vera forma:
un semplice schermo bianco su cui possono scorrere immagini, parole, pensieri,
ecc, il film.
Lo yoga ritiene che per cogliere
la vera realtà delle cose occorre farne diretta esperienza. Serve saper come spegnere
il film, le attività mentali, per poter avere una percezione diretta di ciò che
realmente siamo, pura coscienza, uno schermo bianco.
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