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La psicologia si è interrogata molto su che cos’ è il Sé tanto che in ambito psicologico questotermine acquista un significato differente a seconda dell’orientamento teorico che ne dispone l’impiego e ne decide l’uso. Ad esempio, la psicologia sociale sottolinea la sua natura interpersonale lasciando invece in ombra le sue qualità unificanti che sono invece prese in considerazione dalla psicoanalisi e dalla psicologia umanistica. 
Per la psicologia umanistica il Sé non è una componente psichica bensì un processo di autorganizzazione il quale è considerato l’unica e autentica motivazione del comportamento. Ogni spinta all'autorganizzazione emerge dal Sé da quel centro che ogni essere umano cerca di affermare. A differenza di altri esseri viventi, come nel caso di piante e animali, nell’uomo questo centro non si mantiene automaticamente saldo rimane perché la partecipazione alla relazione con gli altri esseri se da un lato arricchisce la sua centralità dall’altro lato la può compromettere. 
Nella psicologia analitica Jung fa dell’asse Io-Sé l’asse portante della sua concezione della psiche. Egli ritiene che il Sé non è soltanto il centro ma anche l’intero perimetro che abbraccia coscienza e inconscio. Il Sé è il centro di tale totalità come l’Io è il centro della mente cosciente.
In linea generale sono tre i significati che vengono attribuiti al Sé: nucleo della coscienza autoriflessivo; nucleo permanente e continuativo nel corso dei cambiamenti somatici e psichici che caratterizzano l’esistenza individuale; totalità delle istanze psichiche relative alla propria persona in contrapposizione alle relazioni oggettuali. Non bisogna però dimenticarsi che prima della psicologia vi sono stati e vi sono tutt’ora saperi più antichi che hanno riflettuto sull’idea di un Sé, di un centro, da cui ogni persona, o essere senziente, attinge l’energia per la propria spinta, per il proprio cammino esistenziale. Tra questi vi sono l’induismo e il buddismo.

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Lao Tzu “Fai attenzione ai tuoi pensieri, perché diventano parole. Fai attenzione alle tue parole, perché diventano le tue azioni. Fai attenzione alle tue azioni, perché diventano abitudini. Fai attenzione alle tue abitudini, perché diventano il tuo carattere. Fai attenzione al tuo carattere, perché diventa il tuo destino.”
Per Mencio usare il proprio animo, e cioè la facoltà propriamente umana di pensare ciò che si sente, significa inclinare spontaneamente la propria intenzionalità verso la parte più nobile della propria natura. “Gongduzi chiese: “Come si spiega che, pur essendo tutti ugualmente uomini, alcuni diventano persone di grande valore mentre altre divengono persone di poco conto?” Mencio rispose: “ Coloro che privilegiano quanto hanno di più importante ne sono accresciuti, mente coloro che privilegiano quanto hanno di meno importante ne risultano sminuiti”. “Ma come si spiega che, pur essendo tutti ugualmente uomini, alcuni privilegiano quanto hanno di più importante mentre altri privilegiano quanto hanno di meno importante?” “Gli organi di senso non hanno la facoltà di pensare e si lasciano fuorviare dalle cose esterne. Essendo semplici cose in contatto con altre cose, i sensi se ne lasciano inevitabilmente attrarre. L’organo che è il cuore/animo ha invece la facoltà di pensare. Se pensa potrà