Dalla Chāndogya Upaniṣad
1. “Getta questo sale nell’acqua, poi domattina accostati a me”. E quello così fece. Poi [il padre] gli disse: “Prendi dunque il sale che iersera hai gettato nell’acqua”. Egli lo cercò, ma non lo trovò: era come completamente sparito. 2. “Orsù, sorbisci un po’ di quest’acqua [ , prendendola] dall’orlo. Come è?”. “È salata”. “Sorbiscine un po’ prendendola dal mezzo. Come è?”. “È salata”. “Sorbiscine un po’ [prendendola] dal'[altro] orlo. Come è?”. “È salata”. “Mangiaci sopra qualche cosa [di salato come controprova]. Poi siediti vicino a me”. Quello così fece e disse: “È sempre [lo stesso]”. [Il padre] allora disse: “O caro, tu non vedi quello che c’è qui, eppure c’è sicuramente. 3. Qualunque sia questa essenza sottile, tutto l’universo è costituito di essa, essa è la vera realtà, essa è l’Ātman. Essa sei tu, o Śvetaketu”. […]
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